La Rome Art Week inaugura la sera di domenica 20 nel verde di Villa Borghese.
Arriviamo nel momento giusto alla Casina Valadier: gioiello del neoclassicismo immerso nel verde per la mostra “Inner Life” curata da Sabrina Consolini.
L’atmosfera è mondata: per entrare servono gli accrediti ma noi ce li abbiamo!
La casina è strapiena e la gente non sembra molto interessata ai quadri, la mostra è molto estesa, sparpagliata per tutte le sale dell’edificio: viene esposto uno o al massimo due quadri alla volta in ogni angolo vicino i tavoli. Per fare le foto e leggere la scheda critica dobbiamo avvicinarci al tavolo entrando in contatto con chi al tavolo è seduto a consumare…
…è difficile concentrarsi sull’arte: tutti pensano ad altro. Quando ci avviciniamo per leggere e fare le foto chi è seduto si sente in dovere di parlarci e di chiederci se abbiamo bisogno di qualcosa.
Tutto è allestito in funzione della socializzazione poco in funzione della contemplazione e della ricerca.
Sommersi da questa atmosfera cerchiamo di trarre le fila della mostra:
espongono due artisti:
Micaela Legnaioli (New Dehli 1970) e A.T. Anghelopolus (Teramo 1963).
Entrambi gli artisti guardano al passato, facendo riflessioni sulla storia dell’arte.
Anghelopolus, si tratta di un uomo, ci fa riflettere sugli antichi ritratti del Rinascimento Italiano, in particolare sul “Ritratto di Giovane Uomo” di Cosmè Tura conservato al Metropolitan di New York.
Il ritratto è eseguito di profilo, quindi, un lato del volto dell’uomo è pubblico l’altro è privato.
Nella citazione di questo quadro l’artista vuole sconvolgere gli elementi: se Cosmè Tura aveva previsto che una parte sia da non ritrarre, ma da lasciare ad una dimensione familiare e privata Anghelopolus lo fa emergere aggiungendo sulla parte ritratta dei meccanismi: delle rotelle che sembrano quelle di un orologio.
Un altro quadro citato dall’artista è il celeberrimo dittico di Piero della Francesca che ritrae Guido da Montefeltro, duca di Urbino, con la moglie: Battista Sforza. Anche qui Piero della Francesca aveva previsto una dimensione non soggetta agli sguardi pubblici; un lato privato da tenere segreto, ma ecco che Anghelopolus in un gesto post-fontaniano lo fa emergere aggiungendo alla parte in vista i meccanismi del lato oscuro.
Nel Rinascimento ritrarre di profilo aveva la precisa funzione di non lasciar trasparire gli stati d’animo, la persona ritratta viene colta nella sua imperturbabilità e atarassia. Altri ritratti del Duca D’Urbino sono volti a far apparire la sua forza militare e la sua cultura: quello che deve emergere è la virtù pubblica. La capacità di usare le armi e la dimestichezza con i libri e la cultura; spesso i ritratti sono immersi nel paesaggio, anche questo ha una funzione celebrativa. Si tratta, infatti, delle colline dove il buongoverno del duca ha effetto.
Lo sguardo di Anghelopolus è indagativo non si ferma allo status pubblico. Squarcia la tela per mostrarci quello che nel Rinascimento era celato.
Anche la ricerca di Micaela Legnaioli guarda al passato, indaga la psicologia di Mary Stuart, Messalina e Marilyn Monroe. Su lastre di zinco incide, scolpisce e ossida con acidi e sali.
Il risultato è un ritratto mentale delle nostre eroine. Niente dell’aspetto fisico rimane, la figurazione è completamente scavalcata per affermarsi come opera d’arte astratta. Come sinusoidi, come onde quello che rimane di queste personalità storiche viene inciso e graffiato sulle lastre oltrepassando grandemente la figurazione.